L’attuale Amministrazione Comunale di Seravezza ha venduto la struttura denominata Casa dei Giovani
che si trova in via delle Contrade a Querceta.
Da Sindaco ho vissuto la nascita dell’idea, del progetto e dalla funzionalità di quella struttura e per
questo mi sento in dovere di esprimere le mie valutazioni.
La decisione del Comune di vendere la Casa dei Giovani a mio giudizio può essere spiegata con tre
motivi, per altro facilmente intuibili: il primo è che il Comune è a corto di risorse sulla spesa in conto
capitale, il secondo è che l’attuale amministrazione non ritiene utile valorizzare una struttura dedicata
alla formazione, alla crescita e al benessere dei giovani e il terzo è che la Croce Bianca di Querceta è
direttamente interessata all’acquisto di un bene che dovrà in ogni caso rimanere destinato a funzione
sociale.
Il primo effetto di questa decisione è che un servizio socialmente utile di natura pubblica diverrà, nel
migliore dei casi, un servizio socialmente utile di natura privata, cioè non sarà, come adesso a
disposizione di un numero indefinito di associazioni sociali, ma sarà ad esclusivo uso di una soltanto.
La sostanza è che il pubblico vende un gioiello di famiglia, magari agli occhi di chi vende quello meno
prezioso, per fare cassa a discapito di un importante sevizio pubblico sociale e culturale.
Dietro a questa manovra sicuramente c’è anche la consueta abitudine di una certa tipologia di
amministratori, quelli più banali e improduttivi, di tentare di distruggere quello che hanno realizzato
gli amministratori che sono venuti prima di loro.
Capitò anche nei lontani anni Ottanta con la Ludoteca di Seravezza: un servizio unico e avveniristico
che, al cambio di amministrazione, venne prontamente smantellato.
Per tornare a noi è bene ricordare a tutti, perché mi sembra che ci siano in diversi con la memoria
corta, che la Casa dei Giovani nasce come progetto a cavallo tra il primo e il secondo decennio di
questo secolo e in concomitanza con la realizzazione della Casa della Salute della Croce Bianca di
Querceta, la data del 2008 sparata a caso sulla stampa è del tutto fantasiosa visto che l’inaugurazione
dell’intero complesso sociosanitario risale al luglio del 2012.
La Casa dei Giovani, contrariamente a quanto superficialmente affermato dall’attuale amministrazione
comunale, dopo la realizzazione è stata usata negli anni con l’ambizione di favorire ogni tipo di
iniziativa ed azione a vantaggio della formazione e della crescita delle giovani generazioni.
Sono numerose le associazioni del territorio versiliese che hanno potuto usufruire di questa struttura
e molte che ancora adesso avrebbero voluto farlo: vendere questa struttura a privati è stato un atto
contro tutte queste realtà che svolgono per la Versilia opere indispensabili e meritorie e anche una
rinuncia alle numerose potenzialità, molte ancora inespresse, che quel sito conteneva.
La Casa dei Giovani è un frutto importante che non andava estirpato, ma coltivato e che proveniva
dall’accordo che Croce Bianca, ASL Versilia e Comune di Seravezza stipularono per realizzare la nuova
sede della Croce Bianca su una porzione di terreno olivato di proprietà del Comune.
Il Comune, in quel caso, realizzò una non banale e neanche semplice variante urbanistica che
sacrificava una parte consistente dell’uliveto storico a vantaggio della nuova struttura e approvò un
bando pubblico per l’assegnazione del terreno.
Questa scelta della nostra Amministrazione venne osteggiata e ricevette molte proteste da parte di
soggetti politici, di associazioni e di cittadini che lamentavano, non senza buone ragioni, il danno
ambientale e paesaggistico.
È un dato di fatto inoppugnabile che per consentire la realizzazione di questa grande struttura le
cittadine e i cittadini di Seravezza hanno sacrificato un consistente patrimonio naturale ed è un dato di
fatto che questo sacrificio non era scontato.
Al contempo la ASL si impegnò ad assegnare alla Croce Bianca, qualora avesse vinto il bando, una serie
di servizi sociosanitari adeguati a sostenere il piano economico della Croce Bianca e così avvenne
allora e permane tutt’ora.
La Croce Bianca, invece, si fece carico dell’onere dell’investimento per la realizzazione della propria
nuova sede e per realizzare in permuta una struttura di proprietà comunale, su terreno comunale: la
Casa dei Giovani, appunto.
Della stessa partita furono protagonisti anche la Società della Salute della Versilia e la Regione Toscana
che, ad assegnazione avvenuta, lavorarono per erogare finanziamenti a fondo perduto alla Croce
Bianca di Querceta.
Un importante ruolo giocò anche la Banca di Credito Cooperativo della Versilia che acquistò dalla
Croce Bianca la vecchia sede e finanziò l’operazione per la nuova costruzione.
In sintesi venne stipulato un grande patto a vantaggio dell’intero territorio tra partners di grande
rilievo istituzionale, sociale e finanziario.
La Casa dei Giovani nacque, dunque, sulla base di un accordo condiviso e a tutti gradito e come
permuta di valore rispetto al terreno ceduto dal Comune alla Croce Bianca, tutto questo dopo
l’assegnazione del bando alla stessa Croce Bianca che fu l’unico ente che presentò domanda e
progetto.
Voglio anche ricordare che nel Consiglio Comunale dell’epoca, al momento dell’approvazione del
bando per la cessione del terreno comunale, gli esponenti dell’opposizione, diversi dei quali
afferiscono all’attuale maggioranza, contrastarono la delibera presentata dalla nostra amministrazione
sostenendo che se ci fossero stati loro alla guida del Comune il terreno alla Croce Bianca glielo
avrebbero regalato e non fatto pagare con la permuta.
Con pari sciattezza ci sarebbe da domandarsi ora, perché l’attuale amministrazione, in coerenza con
quando sproloquiato un tempo in Consiglio Comunale, non abbia fatto una donazione diretta della
Casa dei Giovani alla Croce Bianca, ma abbia preteso il controvalore in denaro.
Questo gesto sarebbe dovuto due volte visto che gli attuali amministratori comunali si sono trovati a
gestire e poter vendere un patrimonio che non volevano e visto che se ci fossero stati loro negli anni
della realizzazione della Casa della Salute questo patrimonio non sarebbe stato edificato.
Alla fine di questa storia assai triste, ma molto significativa, oltre a ribadire che siamo fermamente
contrari della cessione a privati della Casa dei Giovani, ci resta da sperare soltanto che sia proprio la
Croce Bianca a realizzare quanto era stato stabilito con quell’antico patto d’onore tra galantuomini e
che i dirigenti dell’associazione si ricordino degli impegni morali presi al tempo della nascita della casa
della salute con la ASL Versilia, con il Comune di Seravezza, con la Società della Salute e con la Regione
Toscana.
Ettore Neri
Seravezza, 28 aprile 2025