Per quanto riguarda la MISSIONE 6 “Salute” sono tre le idee progettuali che andiamo a presentare
- La realizzazione in Versilia di un Villaggio delle Pari Opportunità
- Il potenziamento dei Servizi Sociali e Specialistici per le aree più isolate del territorio versiliese.
- Digitalizzazione della Sanità Locale
- Il Villaggio delle Pari Opportunità
La riflessione si è concentrata sulla Componente 1 della Missione 6: “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”.
Il tema è di grande rilievo se visto con gli occhi dell’amministratore locale perché, come è noto, le grandi deleghe che la Costituzione assegna ai Comuni sono i servizi sociali e la pianificazione urbanistica del territorio di competenza.Come vedremo la nostra idea progettuale coinvolge entrambi questi decisivi ambiti.
In particolare abbiamo posto attenzione alle prime due linee della componente 1: “Casa di Comunità”, e “Curare a Casa” (queste linee sono finanziate dal PNRR rispettivamente con 2 e 4 miliardi di euro).
La nostra proposta mira alla realizzazione di un Quartiere Sociale secondo un concetto che espande l’idea di Casa di Comunità e la mette in stretto collegamento con le politiche sociali volte al sostegno dell’assistito presso la propria residenza e quindi integra mette a sistema le due fonti di finanziamento prese in esame.
L’idea è quella di individuare uno strumento innovativo per lo sviluppo e l’espansione dei servizi sociosanitari integrati territoriali, idea che sottoponiamo all’attenzione del Partito e degli Amministratori Locali e Regionali.
La proposta è quella realizzare in Versilia un quartiere cittadino pensato, progettato e attuato per l’integrazione residenziale e la socializzazione di soggetti disabili e non autosufficienti.
Questo nuovo quartiere lo abbiamo chiamato “IL VILLAGGIO DELLE PARI OPPORTUNITA’”
Da anni e anni si sente rimarcare che è indispensabile realizzare una adeguata struttura pubblica per l’accoglienza dei soggetti deboli e parzialmente autosufficienti che progressivamente perdono il fondamentale sostegno della presenza parentale.
Il tema è decisivo e tocca il dolore vero delle persone diversamente abili e dei loro familiari che soffrono doppiamente l’idea del distacco per la morte perché sanno che alla loro scomparsa lasceranno nel totale bisogno e indifesi i loro familiari con disabilità.
Una società giusta, saggia, solidale ha il dovere di affrontare e risolvere queste estreme problematiche.
La nostra proposta si collega ai fondamenti della Legge (L.112/2016) “Dopo di Noi”.
Nel concreto l’idea progettuale prevede, una volta definiti il bacino di utenza reale versiliese e tutti i relativi approfondimenti demografici, sociali, dimensionali, urbanistici di procedere all’attuazione di uno specifico piano di rigenerazione urbana che intervenga su aree già compromesse (ex zone di degrado urbano, ruderi, fabbricati industriali dismessi, aree pertinenziali dismesse e abbandonate) e che integri il nuovo complesso urbano che andremo a realizzare al contesto urbano già esistente. L’intervento dovrebbe svilupparsi, dal punto di vista planivolumetrico e architettonico, come un vero e proprio quartiere capace di proporre ai residenti una molteplicità di attività, funzioni e opportunità di vita sociale e associativa.
GLI OBIETTIVI PRINCIPALI SONO TRE
- Stimolare le autonomie abitative e relazionali, in preparazione ad un progressivo distacco dal contesto familiare mediante la realizzazione di un “Sistema Residenziale Diffuso”, cioè impianti residenziali in grado ospitare e consolidare sia convivenze e permanenze stabili, sia ospitalità periodiche riservate a soggetti che continuano a vivere con la propria famiglia, finché questa c’è, e al tempo stesso imparano a vivere e convivere con il supporto di educatori qualificati, costruendo progressivamente un proprio futuro di relativa indipendenza. In questa fase gli operatori possono comprendere se gli assistiti potranno essere indirizzati verso reali esperienze di autonomia, oppure se il deficit è più complesso e in questo caso sarà previsto per loro una presa in carico personalizzata da parte dei servizi sociali.
- Realizzare un sistema delle relazioni quotidiane sociali, commerciali, lavorative, sportive rivolto alla totale integrazione delle esperienze e delle sensibilità.
- Attivare all’interno del quartiere servizi pubblici e privati generalisti aperti al resto della popolazione e della città così da garantire una progressiva integrazione.
Nei fatti un progetto di questo tipo dovrebbe in prospettiva aprirsi ad ogni tipo di integrazione e solidarietà.
Esiste per questa progettualità una esperienza pilota italiana a Monza dove il 24 febbraio scorso è stato inaugurato “Il Paese Ritrovato”: un borgo con diverse case colorate, un teatro, una cappella, un bar, un mini-market, alcuni negozi, la sartoria, la ferramenta e anche un orto, dove le case dei pazienti sono inserite in un vero contesto urbano e dove le persone affette da Alzheimer e demenza possono vivere il loro quotidiano, grazie all’aiuto di personale specializzato e mantenendo il più a lungo possibile le loro abilità residue.
- I Servizi Sociali e Specialistici per le aree più isolate del territorio versiliese.
In questo caso è stata evidenziata l’esigenza di porre attenzione ai territori marginali, cioè quei centri urbani minori, sparsi o lontani dai grandi centri che hanno visto nel corso degli anni scomparire la presenza di servizi pubblici e anche di attività economiche di paese come la bottega di alimentari, lo spaccio, il bar, le poste, il plesso scolastico, il presidio sanitario. Qui ci proponiamo di sperimentare e attuare politiche di potenziamento e supporto per queste comunità isolate e fragili anche tramite il potenziamento dei servizi informatici.
I residenti della montagna e delle colline versiliesi principalmente soffrono il disagio della distanza dai principali e fondamentali servizi e in contrasto e a sollievo di questi problemi da anni la Regione Toscana, le Amministrazioni Locali e la Comunità Montana prima e l’Unione dei Comuni poi hanno investito annualmente risorse volte al mantenimento dei piccoli presidi sanitari: la guardia medica, la migliore efficienza dei PET, i presidi della Croce verde ad Arni e Pontestazzemese, la piazzole di atterraggio del Pegaso, il presidio dell’ex ospedale di Seravezza.
Il problema è che tutto questo non basta, a volte ci sono state spese e costi inutili, altre volte mancava l’essenziale, e questo per mancanza di una vera analisi dei reali bisogni, per una mancata pianificazione strategica e, comunque, perché nulla almeno fino a qualche anno fa, viveva di risorse economiche strutturali, ma si viveva nella precarietà della distribuzione annuale delle risorse stesse e quindi gli stessi servizi tendevano concettualmente a non stabilizzarsi.
Poi, fuori dai progetti più o meno sognati del PNRR, se si parla di sanità e territorio dovremmo domandarci se non sia un disastro che manchino i MMG e i Pediatri di famiglia e che a chi svolge questa attività vengano affidati più di 1500 pazienti ciascuno perché non ci sono dottori, perché materialmente il sistema dispone di pochi medici rispetto alle reali necessità.
Come si regge il sistema “Territorio” senza un numero adeguato di MMG? Come si affrontano le pandemie?
Non da tutte le parti c’è la fortuna di avere vicino casa realtà speciali come quella che ci ospita qui oggi.
Chi pensate che sconti maggiormente in termini di disagio il numero eccessivo di pazienti che grava sul lavoro dei MMG? Chi abita in via Mazzini a Viareggio o in via Montauti al Forte oppure chi abita a Basati o a Terrinca?
Per tornare a noi ai nostri territori più marginali ci sarebbe da ragionare su una progettualità che stabilizzi una rete di infrastrutture reale e virtuali nuova e al passo con i tempi attuali a sostegno di servizi essenziali che andrebbero codificati a valle di validi studi conoscitivi e con una pianificazione ad hoc.
In generale la Regione Toscana e i comuni che un tempo erano organizzati in Comunità Montane e poi in Unioni di Comuni operano concretamente per l’abbattimento del “digital divide” da parecchi anni e molte buone cose sono state fatte. Ma questo obiettivo non potrà essere definitivamente raggiunto se non si metteranno in campo investimenti imponenti e capillari sulla diffusione della fibra.
Quindi nel concreto il mio suggerimento è di puntare con tutte le forze alla progettazione e realizzazione delle infrastrutture e poi di impostare su di esse le applicazioni dedicate agli specifici servizi.
E a questo punto viene proprio bene ed è il momento giusto per cedere la parola alla Dottoressa Elisabetta Pizza che affronterà il terzo punto: La Digitalizzazione della Sanità Locale