A me sembra sbagliato dare una lettura negativa dell’esito dei referendum perché se è vero che non è stato raggiunto il quorum è pure anche vero che le forze progressiste hanno portato alle urne almeno 13 milioni di loro potenziali elettori (lascio 2 dei 15 milioni degli elettori attivi di questa tornata al centro destra calcolando un 12/13% di persone che hanno messo la X sul NO).
13 milioni di voti sarebbero circa 700mila voti in più del totale dei voti ottenuti dal centrodestra alle politiche del 2022.
Cosa dovrebbe portarci a pensare questa analisi elementare?
Secondo me dovrebbe spingerci a trovare i comuni denominatori tra tutte le sensibilità politiche progressiste per indurle ad un ottimismo della volontà e per convincere in primo luogo noi, che siamo la base indispensabile a formare il patrimonio dei 13 milioni di voti, che non è vero che l’Italia è un Paese di reazionari e che non è vero che la nostra partita sarà persa per sempre.
La nostra partita l’hanno persa nel 2022 i gruppi dirigenti di PD e M5S che hanno deciso il suicido rifiutando ogni tipo di alleanza o di non belligeranza tra di loro e in questo modo hanno violentato e sciaguratamente sperperato 11,7 milioni (il cdx ha fatto cappotto prendendo quella volta soltanto 600mila voti in più).
Ergo non manca la base elettorale ma manca il manico.
Concludo dicendo che il patrimonio immenso di potenziali elettori attivi Progressisti che si è formato oggi (soprattutto intorno ai questi sul lavoro) non va disperso, non va depresso piangendo una sconfitta che i numeri assoluti dicono che non c’è stata.
Soprattutto mediaticamente questa lettura va rivendicata: oggi non è la fine, oggi è l’inizio!