Le sentenze n. 22 e 23 emesse il 14 luglio scorso dal Commissario per la liquidazione degli usi civici Perinelli, non sono di semplice lettura e soprattutto di facile interpretazione.
Forse, è proprio per queste difficoltà che, a distanza di più di quindici giorni, Regione e Comune tacciono e, con grave mancanza, non si preoccupano di informare la cittadinanza che avrebbe il diritto di conoscere dalle proprie istituzioni quali sviluppi sta avendo l’annosa vicenda degli usi civici di Seravezza che, vada come vada, avrà grossa influenza sul futuro dell’economia, del sistema sociale, del paesaggio e dell’ambiente del nostro Comune.
Capita sempre così: con l’attuale Amministrazione si passa dagli annunci roboanti (ricordate “l’avvocato del popolo” che avrebbe risolto la questione dell’accordo con Henraux in pochi mesi?), ai silenzi assordanti.
Nel nostro piccolo, intanto, abbiamo provato a capire qualcosa delle decisioni disposte dal commissario Perinelli, che, in particolare, si è espresso a riguardo del ricorso presentato contro il decreto regionale n. 541/2024, a firma del dirigente Daniele Visconti, con il quale la Regione recepiva ed approvava il contenuto di una nuova perizia, commissionata nel 2023 dal Comune di Seravezza al perito Giuseppe Monaci, diretta alla “individuazione degli utenti del demanio civico delle Montagne di Seravezza”.
Vale la pena ricordare, a questo proposito, come Monaci nella nuova consulenza, smentendo clamorosamente quanto da lui scritto una decina di anni prima, aveva concluso che gli aventi diritto agli usi civici non erano più i soli residenti della Montagna seravezzina, ma tutti gli abitanti del Comune.
Perché questa nuova perizia? La risposta, come ormai è noto ma è bene ribadire, è che in questo modo il Comune si sarebbe potuto appropriare della partita della conciliazione con Henraux.
Noi, l’abbiamo già scritto a suo tempo e lo ripetiamo oggi: con questa operazione Regione Toscana e Comune di Seravezza hanno voluto usurpare i legittimi diritti dei frazionisti della Montagna di Seravezza.
Ma il commissario Perinelli, il 14 luglio scorso, ha scritto che la legge regionale n. 27/2014 stabilisce che l’istruttoria e l’accertamento della consistenza del demanio collettivo civico e dei diritti di uso civico rientrano nelle competenze della Regione e non sono di competenza del Comune.
E allora perché è stato il comune a spendere soldi pubblici per accertamenti che avrebbe dovuto fare la Regione? Regione che nel frattempo ha buttato altri soldi pubblici per organizzare un grottesco sorteggio di cinque cittadini per nominarli rappresentanti in giudizio della Montagna di Seravezza (perché, a questo punto, non di tutto il Comune?): con il mesto finale che anche questa operazione è stata fatta a pezzi dai giudici qualche mese fa.
E perché la Regione Toscana si è limitata ad approvare quanto arbitrariamente ricevuto dal Comune di Seravezza senza svolgere l’istruttoria di propria competenza?
“È evidente – scrive il Commissario – che, nel caso di specie, la Regione Toscana non ha svolto alcuna istruttoria o accertamento demaniale che involge attività autonome, limitandosi a recepire un supplemento di istruttoria svolto dal Comune di Seravezza senza alcun approfondimento o valutazione autonoma. Il provvedimento dirigenziale impugnato – prosegue il Commissario – è pertanto illegittimo e deve essere disapplicato onde procedere ad accertare la natura frazionale o comunale dei terreni oggetto di giudizio”.
Il Commissario non si esprime nel merito circa la correttezza della nuova perizia Monaci, ma si limita a rilevare un vizio di istruttoria da parte della Regione, concludendo che il decreto che ampliava la platea a tutti i naturali di Seravezza va revocato e, aggiungiamo noi, non sarebbe male che il Comune revocasse in autotutela alcune delibere di Consiglio Comunale che sono servite da impalcatura al castello di carte tragicamente crollato.
Dilettanti allo sbaraglio quelli della Regione e del Comune, in buona sostanza.
Va inoltre precisato, ad onor del vero, che i mappali per i quali allo stato attuale il Commissario ha riconosciuto la titolarità ai cittadini ricorrenti “nella loro qualità di cives facenti parte della collettività costituita in ASBUC della Montagna di Seravezza”, e per i quali ha nominato un nuovo CTU, sono soltanto quelli oggetto della sentenza del 2008 e che l’accertamento da lui condotto in merito alla titolarità non riguarda né i mappali dichiarati di proprietà Henraux con la sentenza n. 20/2014, né quelli oggetto della sentenza n. 39/2020 per i quali la società Henraux ha proposto ricorso alla Corte d’Appello.
In estrema sintesi, una cosa è certa: il commissario Perinelli ha estromesso il Comune di Seravezza dalla gestione delle proprietà collettive site sul Comune di Seravezza.
Rispetto a questa sentenza la domanda sorge spontanea: a fronte di quanto sopra il Comune di Seravezza (e la Regione Toscana) può ancora ritenersi titolato a gestire una eventuale transazione con Henraux a proposito di una proprietà territoriale sulla quale una sentenza di primo grado ancora efficace ha concluso per l’esistenza di un’ampia estensione di superfici ad uso pubblico?
PD Seravezza
Seravezza, 30 luglio 2025







